I migliori amari dell’Alto Piemonte

Con le festività natalizie alle porte si impone la necessità di procurarsi una bevanda spiritosa dalle proprietà eupeptiche, per superare al meglio pranzi e cene pantagruelici che la tradizione italiana comporta.
Parliamo allora di ciò che l’Alto Piemonte propone in termini di liquori da fine pasto (e non solo), tra antiche ricette e più recenti sperimentazioni e proposte.


  1. Amaro Lyskamm
    Per evocare grande freschezza, questo amaro prodotto nel vercellese prende il nome da una vetta che fa parte della catena del Monte Rosa. Eredi di una grande tradizione erboristica e liquoristica, i fratelli Venara miscelano ventuno tra erbe, frutti e radici per ottenere questo nettare bruno da 19 gradi alcolici: il risultato è una complessa alchimia tra le note alpine del ginepro e della genziana, quelle mediterranee dell’arancio e del rosmarino e poi il coriandolo e lo zenzero mescolati ai profumi di menta e alloro.
    amarolyskamm.it


  2. Antico Amaro Noveis 
    A quote più basse rispetto al Lyskamm ma sempre in Valsesia, c’è il Monte Noveis: è proprio alle sue pendici che vengono raccolte le erbe aromatiche necessarie alla produzione di questo amaro: genziana, genzianella, assenzio romano, achillea moscata, genepì e camedrio.
    La loro infusione, con aggiunta di china, rabarbaro, arancio dolce e amaro, liquirizia e anice, viene poi affinata in botti di legno ed imbottigliata.
    Il Noveis è gradevole ed armonico, un eccellente digestivo.
    casafrancoli.it


  3. Ratafià
    Esistono diverse versioni di questo liquore, in Alto Piemonte la produzione storica avviene ad Andorno Micca (BI).
    Già nel 1600 l’Ordine Cistercense nel Monastero di S. Maria della Sala in Andorno lo produceva. Giovanni Rapa, fondatore dell’omonimo liquorificio, raccolse la tradizione ed iniziò nel 1880 la sua produzione, che continua ancora oggi.

    Preparato con il succo di pregiate ciliegie nere, zucchero ed aromi, è particolarmente apprezzato per il suo soave sapore ed è un ottimo ingrediente nella preparazione di dolci, oppure come guarnizione per macedonia e gelato.
    Lo stessa azienda produce anche liquori di ginepro, noci, albicocche e limoni.
    liquorificiorapa.it


  4. Fil da fer 
    Liquore ossolano chiamato cosí per il suo particolare color ruggine, pare sia nato a 3000 metri di quota in un rifugio sul Monte Rosa, per scaldarsi in attesa che cessasse una tormenta.  L’ingrediente base è il Vov a cui si aggiungono punch all’arancio, scorza di limone, gin e rum. Il cocktail va bevuto caldo d’inverno e oggi è richiesto nei rifugi di montagna di tutto l’arco alpino, perchè considerato un vero scaldabudella per gli sciatori infreddoliti.
    È prodotto anche in bottiglia da Distilleria Monte Rosa di Domodossola, famosa anche per il suo ottimo Genepy.


  5. Liquorificio la Culma
    In chiusura vogliamo parlare non un singolo prodotto ma di un produttore: il liquorifico la Culma  di Mezzana Mortigliengo (BI) infatti sviluppa addirittura una ventina di diversi amari, bitter e liquori, oltre ad avere un’attività di B&B dotato di tre camere ed un servizio di ristorazione su prenotazione per gruppi.
    Nella produzione dei liquori vengono usate erbe coltivate in proprio oppure fornite da erboristerie biologiche e certificate, cosí come tutti gli altri ingredienti sono accuratamente selezionati.
    Tra le creazioni più interessanti troviamo: il Culmino, prodotto con una lunga infusione di differenti tipi di erbe naturali, seguendo un’antica ricetta;
    la Liquor beer, realizzata con mosto di birra scura e infusione di spezie, in collaborazione con birrificio Jeb di Trivero;
    il Sor-Riso a base di grappa con miele agli agrumi e con una pannocchia di riso immersa nella bottiglia.
    Infine, una serie di liquori a base di grappa.
    laculma.it

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