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Sapevi che per farti un giro nella savana basta venire in Alto Piemonte?
Ok non ci troverai zebre e leoni, ma più facilmente cinghiali o caprioli. Per aspetti paesaggistici però le Baragge delle alte pianure biellesi, vercellesi e novaresi presentano molti punti in comune con il bioma tropicale selvaggio che tutti conosciamo.
Tutelati da una apposita Riserva naturale, questi ultimi lembi di brughiera sono costituiti da altopiani terrazzati di origine fluvio-glaciali risalenti al pleistocene medio. Percorrerli è facile grazie ad una fitta rete di sentieri e percorsi ciclabili: troverai un paesaggio costituito da ampie distese di prateria punteggiate da alberi di quercia, rovere e betulla, con presenza di felci aquiline e brugo.
La più vasta e conosciuta di queste steppe erbose è quella che si estende nel biellese tra Candelo e Cossato, nota anche per la presenza in zona dell’antico Ricetto di cui abbiamo parlato nell’itinerario Biellese Medievale.
Più ad est nel territorio della provincia di Vercelli troviamo poi quella di Rovasenda, nei pressi del comune che ospita un castello quasi millenario.
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La Baraggia novarese del Piano Rosa si estende invece sul lato orientale del fiume Sesia, nel triangolo Gattinara – Ghemme – Romagnano. A ridosso di zone vitate ed altre più boschive, quest’area incrocia anche il “Sentiero Novara“: un percorso ad anello che unisce la pianura alle colline e ai monti tra i due laghi, sviluppandosi per oltre 200 chilometri.
Diversa per caratteristiche ma sempre parte della Riserva naturale orientata delle Baragge è la Bessa, situata in Valle Elvo (BI) allo sbocco con la Val d’Aosta. Questa altopiano è noto per essere stata la più importante miniera d’oro romana di età Repubblicana, come dimostrano molte evidenze archeologiche. Inoltre su molti massi erratici presenti nel territorio del parco sono presenti incisioni rupestri. Il sentiero pedonale Ciapei parfundà è il modo migliore per percorrere la Bessa e scoprire i punti storici e panoramici più suggestivi.
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AP
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