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Inseguendo la Chimera

Novara e dintorni

Se le Langhe hanno in Cesare Pavese il loro scrittore di riferimento, l'Alto Piemonte è indiscutibilmente rappresentato da Sebastiano Vassalli.
Con le sue opere letterarie basate su una profonda ricerca storica ha tramandato grande conoscenza e trasmesso passione per questo territorio. Vogliamo quindi rendergli omaggio con un itinerario basato sui luoghi del suo romanzo più celebre: La Chimera.


Il percorso si completa in pochi chilometri di strada, quasi sempre priva di traffico e immersa nella campagna: scegliete la bicicletta per godervelo!


1. Barriera Albertina di Novara

Partenza da questo complesso di due edifici neoclassici identici, che costituiva la porta occidentale d'ingresso alla città.
Il romanzo è ambientato due secoli prima della loro costruzione, ma è da questo punto che ha inizio il viaggio della protagonista Antonia verso la sua nuova casa, sul carretto dei genitori adottivi che l’hanno appena scelta all’orfanotrofio e tornano verso la campagna.
Gli edifici, destinati originariamente a sedi della guardia e del dazio, furono progettati da Antonio Agnelli ed inaugurati nel 1837; attualmente vengono utilizzati come sede per mostre temporanee.
A pochi passi da qui sorgono il Castello Visconteo-Sforzesco, da poco restaurato e nuovamente visitabile e il complesso medioevale del Broletto, anch'esso protagonista di una parte della storia di Antonia.

Si ritrovò sopra un carro, rannicchiata tra i sacchi di sementi a guardare il mondo deformato dalle lacrime: la piazzetta davanti alla Pia Casa, il pozzo, il viale dei pioppi che portava al Borgo Santa Croce e alle mura di Novara; sulla sinistra i campi arati, i boschi, l'orizzonte, il cielo senza una nuvola. Dove andava?
Fonte: Flickr.com

2. Gionzana

Uscendo di città in direzione ovest ci si immerge ora nella vera "bassa" novarese fatta di sterminati campi e risaie, cascine e piccoli borghi: Dante Graziosi la ribattezzò "Terra degli aironi". In pochi minuti si raggiunge Gionzana, dove sorge il Santuario della Madonna del Latte: edificato nel XV secolo come luogo di preghiera per i contadini del feudo, contiene affreschi quattrocenteschi realizzati da alcune delle principali botteghe del novarese. Ecco il passo dove viene citato nel libro:

Lungo la strada, a ogni incrocio, c'erano edicole votive dedicate alla Madonna, a San'Anna, a San Martino [...] sul bivio di Gionzana, una cappella con annesso un piccolo porticato serviva, in caso di necessità, a offrire riparo al viaggiatore che fosse stato sorpreso in quei paraggi dalla notte o da un acquazzone improvviso.

Accanto al Santuario sorge la Cascina Canta, quasi ugualmente longeva, dove si producono diverse varietà di cereali, utilizzando tecniche agronomiche a basso impatto ambientale e di energia rinnovabile. Il punto vendita è aperto quasi ogni giorno e ogni secondo sabato del mese vengono organizzate attività didattiche per bambini.

Fonte: 500px.com

3. Cascina Marangana

Non è parte del romanzo, ma merita una visita in quanto divenuta il rifugio letterario degli ultimi anni di vita di Vassalli. A brevissima distanza da Gionzana, questo complesso era in origine una canonica e conserva ancora una chiesa ancora consacrata, aperta per le messa una volta l'anno. Non si tratta di un luogo turistico e visitabile, ma piuttosto simbolico e rappresentativo della vita rurale e del contesto in cui lo scrittore aveva scelto di vivere. Intorno solo le risaie che amava raccontare, lo scorrere della roggia Biraga e il frinire delle cicale; dalla finestra la vista sulle montagne.

L'area di fronte alla Marangana è tutelata dal Parco Lame del Sesia nell'ottica di riattivare un antico sito di svernamento e nidificazione della fauna migratoria. Si tratta della "Riserva naturale Palude di Casalbeltrame", dove se siete fortunati potrete avvistare Aironi, Ibis, Gallinelle d'acqua e altri volatili tipici di questo habitat.

Fonte: Flickr.com

4. Ristorante 'L Civel

Proseguendo in direzione ovest, è il momento di fermarsi per il pranzo. Il ristorante 'L Civel di Casalbeltrame è situato all'interno di un un'antica "mansio" (residenza-fattoria) templare, dove si trova anche il Museo Etnografico dell'Attrezzo Agricolo. A tavola potrete trovare i piatti della cucina casalinga novarese come la Paniscia o lo stufato d'oca, ma anche proposte di pesce che non stonano perchè accompagnate dall'aromatico riso Venere.
Questa apprezzata varietà di colore nero è nata infatti proprio a Casalbeltrame nel 1996, incrociando una tipologia asiatica di riso nero con una della Pianura Padana.

Fonte: Agrodolce.it

5. San Nazzaro Sesia

La successiva sosta è il limitrofo paese di San Nazzaro, dove è di rilevante interesse l'Abbazia dei Santi Nazario e Celso, uno dei complessi monastici più significativi esistenti in nord Italia. Fondata intorno al 1040, venne in seguito fortificata per assicurare la sua posizione strategica. Davanti alla struttura si staglia un quadriportico che rappresenta la parte più antica, da cui si raggiunge la chiesa caratterizzata esternamente dal rosone decorato con formelle in cotto e da una massiccia torre campanaria a pianta quadrata. L'interno offre la suggestiva atmosfera del gotico lombardo, con numerosi affreschi del quattrocento restaurati, mentre a sinistra della chiesa è presente un chiostro quadrangolare formato da arcate con volte a crociera.

Fonte: Flickr.com

6. Recetto

Poco più a nord di San Nazzaro, Recetto è il luogo più prossimo al Zardino, immaginario borgo dov'è ambientato il romanzo.

L'automobilista che oggi si fermasse in prossimità del viadotto del fiume Sesia, sull'Autostrada tra Torino e Milano, affacciandosi verso sinistra e verso sud potrebbe ancora vedere in mezzo ai boschi alzarsi il fumo dei fuochi di Zardino, se Zardino esistesse: ma non c'è. Nella primavera del 1600 invece esisteva, era anzi del tutto inconsapevole di dover scomparire entro pochi anni.

Tutto questo avviene naturalmente nell'immaginazione dello scrittore. Recetto in compenso esisteva allora ed esiste oggi, così come il suo centro fortificato datato XIII-XV secolo che si è parzialmente conservato e oggi è possibile ammirare.
Vale la pena fare un piccolo excursus per dire che Recetto è conosciuto anche per la disciplina sportiva dello sci nautico. Con 3 laghi appositamente costruiti e attrezzati è infatti diventato sede della Coppa del Mondo e ospita competizioni nazionali e internazionali di rilievo.

7. Zardino

Arriviamo infine all'ultima ideale ma impalpabile tappa: allontanandosi un poco da Recetto in direzione del fiume Sesia, possiamo immaginare di trovarci proprio dove sorgeva la Zardino del racconto:

"Un piccolo borgo come tanti altri piccoli borghi della bassa, col suo paesaggio di vigneti e di boschi verso le paludi e gli argini del fiume; di prati e di baragie (terreni incolti, brughiere) verso Biandrate; di campi di granoturco, di grano e di risaie verso Cameriano e verso Novara."

Qui si svolge la breve e sfortunata vita di Antonia, minata dall'intolleranza religiosa e dall’inciviltà di una cultura superstiziosa e crudele. La sua è una storia drammatica e senza speranza, che diventa però il pretesto per raccontare in modo dettagliato e coinvolgente un'epoca ed un contesto che rappresentano il nostro passato e ci aiutano a capire il nostro presente.
Non vogliamo svelare altri particolari per rispetto verso chi ancora deve leggere questo capolavoro della letteratura italiana, ma possiamo aggiungere un passo che ne spiega il titolo:

[...] quand'era prigioniera nella Torre dei Paratici guardando attraverso le feritoie nella prima luce del mattino vedeva sotto di sé il rosso dei tetti, e le nebbie della pianura, e il Monte Rosa che affiorava da quelle nebbie, irraggiungibile, come il suo sogno di salvezza.

il termine "Chimera" si riferisce dunque all'immagine inafferrabile e lontana del Monte Rosa visto dalla pianura novarese.

Fonte: 500px.com

AP

Itinerario liberamente ispirato al percorso cicloturistico letterario a cura del Centro Novarese di Studi Letterari e ATL Novara

Immagine di header : unsplash.com