Il fiume Sesia nasce da un ghiacciaio sul Monte Rosa e scende poi tagliando l’Alto Piemonte attraverso 140 km di lunghezza ed oltre 2.000 metri di dislivello. Nel corso dei secoli è stato fondamentale per lo sviluppo e l’evoluzione delle civiltà locali e ancora oggi è un'indispensabile risorsa per la zona. L’itinerario ci porta a costeggiarne un breve tratto, a cavallo tra le province di Vercelli e Novara, dove si "affacciano" alcuni punti di interesse storici e naturalistici.

Partendo dall’uscita autostradale della A26 Ghemme/Romagnano S. e percorrendo la SP299 in direzione Alagna, ai primi rilievi della Valsesia si può scorgere chiaramente il profilo alto ed arrotondato del Monte Fenera, nostra prima destinazione.
1. Il Fenera e le sue grotte
Molto interessante per gli aspetti geologici, questo massiccio può vantare numerose grotte, alcune delle quali hanno rivelato segni della presenza dell’uomo di Neanderthal, vissuto in questi luoghi circa 50.000 anni fa e dell’Orso delle Caverne, estintosi 20.000 anni fa.
Raggiungete Ara, frazione di Grignasco: qui si trova La "Casa delle Grotte", un centro visite per tutta l’area del Parco Naturale del Monte Fenera.
Oltre ad un percorso didattico, troverete il Giardino delle Grotte, che si estende in una conca interamente costituita da dolomie ed è un vero e proprio museo a cielo aperto, ricco di stupende manifestazioni carsiche dovute all’azione erosiva del torrente Magiaiga (affluente del Sesia), che nel tempo ha creato profonde cavità.
È possibile sostare qui grazie ad un’area attrezzata per famiglie, oppure estendere il percorso: partendo dalla frazione San Giulio di Bettole si sale per un dislivello di circa 300 metri e in circa un’ora si raggiunge la grotta della Ciota Ciara, dove sono stati trovati i resti preistorici di cui sopra (è visitabile all’interno su prenotazione). Proseguendo nella salita si arriva agli 899 metri di Punta Bastia, dominata da una grande croce, da dove si ammira un panorama mozzafiato che spazia sulla bassa valle e sull’arco alpino.
[Per indicazioni piu specifiche sui sentieri e per la visita ad altre grotte minori, seguite questo link. ]

2.Tra storia e viticoltura
Per la seconda tappa il viaggio è breve e seguendo il corso del nostro fiume "sacro" a ritroso, in pochi minuti si torna a Romagnano, dove ha sede il Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia. Occorre innanzitutto fermarsi ad ammirare la bellezza dell’edificio che lo ospita: si tratta di Villa Caccia, progetto ottocentesco del grande architetto Alessandro Antonelli (ricordiamo il nostro itinerario basato proprio sulle sue opere).

Il Ghemme: eccellente, prim'ordine. Lo definirei un Gattinara più spesso, più scuro, più violento. Meno trasparente, meno liquoroso, meno raffinato: ma forse più genuino.
Mario Soldati
3. Ristorante Alla Torre
Se nel frattempo vi è venuto un certo comprensibile appetito, non dovete far altro che procedere in direzione del centro del paese per trovare il posto giusto dove peccare di gola. Il Ristorante Alla Torre, che prende il suo nome dal medievale Torrione del Pretorio dove ha sede, vi aspetta in via 1 maggio per accogliervi con un’atmosfera informale ed accogliente. La sua cucina miscela gusti, profumi e riflessi di ingredienti di prima qualità, riacquistati dalla tradizione. Grazie a un menu che varia a seconda della stagionalità, l’attenzione al cliente e un’ottima carta dei vini, questo locale è una vera garanzia del mangiar bene e come qualcuno ha scritto in una recensione online, si può definire “la porta d'accesso all'Alto Piemonte gastronomico”.

4. Castello di Vintebbio
A questo punto è il momento di vedere cosa offre l’altra sponda del Sesia e dunque lo attraversiamo imboccando poi la SP165 fino a raggiungere ed oltrepassare Vintebbio. All’uscita dell’abitato in corrispondenza della prima rotonda si parcheggia sul lato sinistro e si imbocca il sentiero che si addentra nel bosco; da qui con una breve e piacevole passeggiata in salita, si giunge alle imponenti rovine del Castello di Vintebbio. Il nucleo della fortificazione risale probabilmente al 750, nato per volontà dei Vescovi di Vercelli, che fecero costruire forti e castelli nei punti strategici del territorio di loro giurisdizione. Distrutto nel 1559, attualmente rimangono le rovine delle mura perimetrali ed una torre quadrata, ma il recupero è stato cosí ben eseguito da rendere la visita piacevole e visivamente gratificante. Nelle ore del tramonto le "quinte" del castello si trasformano in un suggestivo set fotografico e dalla loro posizione dominante offrono un’ampia vista sul corso del Sesia e sul Monte Rosa che gli dà vita.

L’itinerario puo concludersi qui, oppure prolungarsi con un’ultima tappa consigliata a Gattinara, dove vi attendono la Torre delle Castelle, il sentiero di Fra Dolcino e l’Enoteca Regionale. Fate riferimento al nostro itinerario “Poesia della terra” per tutti i dettagli su questa località. Naturalmente il Fiume Sesia offre anche molte altre attrattive, come la possibilità di cimentarsi con rafting e canoa, oppure fare birdwatching in un’oasi protetta: ne parleremo nei prossimi itinerari.
AP
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